1. Allarme in America
2. Gas israelo-americano in Egitto: qui prodest?
15 miliardi di dollari: questa la cifra in ballo di una bozza di accordo pubblicato a febbraio di quest'anno, per l'esportazione di gas israeliano da qui ai prossimi dieci anni a favore di una compagnia egiziana. Protagonisti: da una parte, la israeliana Delek Drilling, che gestisce i giacimenti Tamar e Leviathan - scoperti nel 2009/2010 - assieme alla texana Noble Energy e che controlla l'unico
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gasdotto fra Israele ed Egitto; dall'altra l'egiziana Dolphinus Holdings. Tel Aviv affretta le trattative. Ma Il Cairo ha una fornitura sufficiente per la domanda interna. Lo confermano gli esperti sia israeliani che egiziani. In più c’è la recente scoperta nel Sinai (con l’apporto dell’ENI; di nuovi giacimenti dopo quello di Zohr del 2015, già funzionante da dicembre dell'anno scorso. Cipro e Libano hanno scoperto giacimenti off-shore. Insomma, Tel Aviv rischia di riempirsi di tonnellate di gas invenduto dopo avere investito 3.75 miliardi di dollari nel progetto Leviathan, oltre ai 200 milioni investiti dagli azionisti nel gasdotto. Al Sisi sembra più interessato per ragioni politiche che economiche. Sul piatto, oltre a quelli commerciali, ci sono delicati equilibri politici e militari.
3. Putin-Trump: la nuova strategia verso i rifugiati siriani
Fra gli argomenti toccati da Trump e Putin nella conferenza stampa congiunta dopo il summit di Helsinky, anche la questione dei rifugiati siriani. I due hanno concordato di lavorare assieme per far rientrare in patria milioni di rifugiati che si trovano attualmente in Libano o in Turchia. "Non dovremmo aspettare che si muovano verso destinazioni europee" ha affermato il leader del Cremlino "bisogna creare le condizioni per il loro ritorno". Mosca vuol fare un favore all’Unione Europea mentre decide di mantenere le sanzioni alla Russia. Il successo di Putin nel summit con Trump offre alla Russia la possibilità di mostrare un volto benigno. Il ministro della difesa russo Shoigu aveva accusato Washington, qualche giorno di "non aver speso un centesimo per la popolazione civile siriana".
4.Londra vuole conquistare il mercato aereo militare
La Gran Bretagna giura di assumere un ruolo guida nella produzione di cacciabombardieri di sesta generazione, con il nuovo prototipo Tempest. Presentato dal Ministro della Difesa Gavin Williamson alla Fiera Aereonautica internazionale di Farnborough, si caratterizza per due motori gemelli, la capacita' di portare missili ipersonici e di controllare flotte di droni. Alta tecnologia cyber per rilanciare l’industria bellica, lesionata dall’incognita Brexit. Da non trascurare che un anno fa la Gran Bretagna è stata espulsa, da Francia e Germania, dal progetto di costruzione dell'Eurofighter. Tuttavia molte incertezze sono all’orizzonte. Ci vorranno sei anni prima di vedere prove concrete.